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Storicamente la differenza tra una registrazione di una demo e un master era principalmente una: il demo serviva a "vendere" un brano o un artista ad un editore o di un'etichetta discografica, mentre il master doveva e deve ancora oggi essere un prodotto finito, qualcosa che il pubblico possa apprezzare e comprare.

Nei giorni in cui le apparecchiature di registrazione amatoriali non erano minimamente paragonabili alle strumentazioni professionali, non era possibile effettuare una registrazione di qualità a casa propria...

Quindi, se si scriveva una buona canzone, si era gioco forza costretti ad effettuare una registrazione grezza con gli scarsi strumenti che si avevano a disposizione. Poi si cercava un editore disposto ad ascoltarla e, se il brano era abbastanza buono, riusciva a trasmettere al proprio ascoltatore il suo potenziale nonostante i limiti della registrazione stessa.

Oggi le cose sono assai diverse. Ora, anche se persistono differenze significative tra le apparecchiature professionali e quelle amatoriali, è comunque tecnicamente possibile effettuare una registrazione di qualità a casa propria. La diffusione del digitale ha dunque elevato gli standard tecnici del demo, richiedendo che questo sia realizzato in modo professionale e che suoni con la stessa qualità di un master. Ancora oggi si può convincere un professionista del settore ad ascoltare una registrazione di una demo grezzo, ma egli fin dai primi secondi di ascolto si meraviglierà che, avendone tecnicamente la possibilità, non si sia fatto lo sforzo di produrre qualcosa di meglio. E dunque non porrà alcuna attenzione alla vostra canzone vi metterà alla porta.

E 'possibile sostenere che i demo grezzi siano meglio dal punto di vista espressivo, in quanto l'autore può concentrarsi su parole e musica piuttosto che deviare il proprio sforzo verso il lavoro diproduzione. Ma attualmente l'industria si aspetta demo master di qualità, ed è quello che che ogni artista o gruppo deve creare per riuscire a promuoversi. Non ci sono alternative. Anche se ci si autoproduce, ciò che si regisra deve suonare bene. I tempi della audiocassetta registrata col walkman in sala prove sono finiti.

Allora in cosa entra in gioco il lavoro in studio? Abbiamo detto che oggi il materiale per home recording permettela creazione di demo in qualità master. Basta un computer, una buona scheda audio e un software tra i tanti a disposizione, e si possono ottenere ottimi risultati.

Che valore aggiunto apporta una struttura dedicata alla produzione audio? Le apparecchiature professionali che si usano sono certamente meglio di ciò che si usa normalmente in home recording. L'acustica di uno studio non è quella di una camera da letto o di una cantina. Ma non sono solo questi i vantaggi. La differenza sostanziale è nella competenza di chi lavora in studio, nella sua conoscenza delle tecniche di produzione, ripresa e di elaborazione del suono. Nel permettere all'artista di concentrarsi sulla musica, senza perdere giornate a cercare di capire come posizionare correttamente un microfono o come settare un determinato plug-in. E nella capacità di guidare chi suona verso quel risultato professionale che ricerca, senza doversi preoccupare eccessivamente del come lo si possa raggiungere.

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